di Sandro Braghin
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A Chivasso nell’ultimo decennio sono state realizzate diverse piste ciclabili, ma se qualcuno dovesse avere il piacere di farsi un giro in bicicletta in totale sicurezza forse sarebbe meglio se andasse a pedalare in altri Comuni.
Quest’ultima estate durante una delle mie passeggiate in bici per Chivasso e girovagando anche per qualche frazione, mi sono reso conto di quale sia lo stato di degrado di queste infrastrutture.
A memoria cerco di ricostruire un po’ quello che ho visto ed attualmente è la situazione delle nostre ciclabili. Il primo troncone di ciclabile lo troviamo partendo dalla zona dei Cappuccini e dirigendoci verso la Mandria di Chivasso, possiamo iniziare a vedere cosa può succedere ad una pista ciclabile realizzata lo scorso decennio ed abbandonata a se stessa, forse dallo stesso periodo della sua costruzione. Il manto è abbastanza sconnesso e con qualche buca qua e là, create per aumentare le nostre abilità nello slalom, ma per non farci mancare nulla in prossimità di alcuni attraversamenti per i mezzi agricoli sono state inserite delle vere e proprie barriere, ma non vi preoccupate perché se riuscirete a superarle senza grossi problemi potrete continuerete a pedalare finché non vi troverete ad uno splendido bivio, senza ciclabile ne strada.
Dopo il successo di questa pista ciclabile si è pensato bene di fare un altro troncone ciclabile che permette ai ciclisti di sviare l’intensissimo traffico della zona Blatta usufruendo di una corsia preferenziale, basta solo fare attenzione agli incroci mal segnalati, alle uscite carraie delle abitazioni, forse per niente segnalate e soprattutto alla fine o inizio, dipende dal senso di marcia, per evitare di andare a sbattere contro le barriere, naturalmente piazzate lì per la sicurezza del ciclista.
Ultimo troncone di ciclabile realizzato nell’ultimo biennio supera di gran lunga le precedenti concorrenti, due strisce di vernice rossa che costeggiano entrambi i lati di corso Galileo Ferraris, fino all’ultima rotatoria che si trova tra le frazioni di Torassi e di Castelrosso. Strisce perfettamente dritte, tolto qualche strano intreccio in prossimità della rotatoria “della Prealpina”, che lascia libero arbitrio su come procedere ai nostri ciclisti. Aggiungiamo poi qualche piccola interruzione in prossimità delle fermate degli autobus, del resto un autobus che sorpassa un ciclista e subito dopo svolta a destra per effettuare la fermata non presenta alcun rischio, contorniamo il tutto dagli avvallamenti, causati dalle opere di stesura della fibra lungo quella tratta stradale e che naturalmente sono state tappate con una colata di catrame ed la ciclabile è completa, o quasi.
Forse pensandoci bene il colore rosso utilizzato per identificare queste due piste parallele serve, anzi serviva visto che è stato cancellato dalle intemperie, ad indicare il rischio elevato alla quale un ciclista potrebbe andare in contro percorrendola.
Mi chiedo quando sia stata l’ultima volta che qualcuno della nostra amministrazione abbia pensato ad effettuare opere di manutenzione o miglioria a queste infrastrutture, sempre se qualcuno ci abbia mai pensato dalla loro realizzazione. Penso che con un minimo di buona volontà e qualche analisi o studio dedicato si possa migliorare quella che è l’attuale disastrosa situazione dei “tronconi” di pista ciclabile attualmente disponibili sul nostro territorio chivassese.
Sandro Braghin