CHIVASSO: posa della pietra di inciampo in memoria di Ester Ernesta Sacerdote in piazza Repubblica ( piazza del Duomo).
Nata il 10 dicembre 1848 a Chivasso, fu arrestata insieme ai suoi figli nella casa in cui risiedeva in questa piazza il 27 ottobre 1943 a seguito dell’istituzione delle leggi razziali antiebraiche.
Deportati ad Auschwitz non fecero mai più ritorno.
Per ricordare quanto in basso possano spingersi le derive dell’essere umano…
 
Che piaccia o no i videogiochi ormai sono entrati a far parte della nostra quotidianità, a tal punto da allontanarsi dall’immaginario comune del passatempo rilassante e avvicinandosi sempre più a quello di un lavoro vero e proprio, grazie ai gamers professionisti che si allenano quotidianamente per poter dominare nelle modalità competitive di tutto il mondo.
 
Un fenomeno che sta attirando l’attenzione di molti club sportivi rinomati come il FC Barcelona che ha fondato il Barça eSports o i club nostrani come Juventus, Torino, Inter, Roma ecc… che fanno letteralmente a gara per potersi garantire le prestazioni dei migliori giocatori sul mercato videoludico. 
 
Non c’è da stupirsi dunque se anche il CONI ha iniziato a muovere i primi passi verso il riconoscimento degli eSports cercando di ritagliare al suo interno uno spazio al pari delle altre attività sportive. 
 
Come ben noto, a causa della pandemia, molte associazioni sportive hanno dovuto interrompere la propria attività, iniziando un lungo periodo di digiuno per i propri tesserati; alcune di queste però hanno cercato di reinventarsi, portando nel mondo virtuale quello che non potevano più praticare nel mondo reale (istituendo ad esempio campionati online di Fifa21) o addirittura cambiando completamente settore. È il caso degli Hit Dogs, un’associazione sportiva dilettantistica torinese che da sempre si è principalmente occupata di Hit Ball, ma che grazie all’intuizione del suo presidente Enrico Rolando ha deciso di espandere i propri orizzonti inaugurando la sua attività “esportiva” con un campionato di Rocket League. Per chi non conoscesse il gioco, si tratta di un videogioco di stampo calcistico nel quale il giocatore controlla un’auto, detta Battle-Car, in un campo rettangolare con due porte ai lati più piccoli. Sono presenti due squadre (Arancione e Blu) da 1 a 4 giocatori. Lo scopo del gioco è di mandare il maggior numero di palle nella porta avversaria. La squadra che in 5 minuti segna più gol vince la partita.
 
In questo primo campionato (già nel 2019 gli Hit Dogs avevano provato ad affacciarsi in questo mondo con un torneo strutturato in una giornata), iniziato il 26 marzo, partecipano 10 squadre ma a giochi conclusi solo le prime quattro in classifica accederanno al gran finale previsto per il 6 giugno e solo le prime tre si divideranno il montepremi totale che ammonta ad 11000 crediti di gioco.
 
Potete seguire tutte le partite in diretta su Twitch sul canale https://www.twitch.tv/hitdogsgaming?sr=a ogni venerdì e sabato a partire dalle ore 22:00.
 
Manuel Marino

Marzo 2020 Aprile 2021 un anno di covid , cosa è cambiato come siamo cambiati :

è passato poco più di un anno da quel fatidico “paziente zero”,  momento in cui non eravamo ancora a conoscenza di ciò che ci aspettava da quel momento in poi , non ci preoccupavamo ancora del fatto che da li a poco le nostre vite private ed abitudini sarebbero cambiate radicalmente . Le notizie arrivavano da diverse parti del mondo in modo frammentario e confusionario e cercavamo in qualche modo di capire cosa stesse succedendo e comportarci di conseguenza . Non potevamo prevedere che da li a poco la situazione si aggravasse per trasformarsi da influenza a pandemia globale .

I contagi , i ricoveri in terapia intensiva , ospedali dedicati e decessi iniziarono a raggiungere cifre sempre più inquietanti aumentando la preoccupazione  in tutti noi .

Nel giro di pochi giorni ci siamo ritrovati relegati in casa in piena emergenza sanitaria , i lavoratori dipendenti si sono ritrovati in cassa integrazione covid , attività commerciali con le serrande abbassate con solo alcune di loro in movimento per garantire lo stretto necessario per poter mettere qualcosa in tavola , scuole in didattica a distanza se non addirittura chiuse del tutto , per le strade un silenzio quasi assordante . C’è chi si mette in contatto con i propri cari tramite videochiamate o affini , il web preso letteralmente d’assalto per cercare di capire cosa stesse realmente accadendo in altre parti d’Italia o del mondo .

Adesso a poco più di un anno guardandomi attorno vedo un’economia globale stravolta , a livello nazionale e locale vedo solo attività commerciali che si sono dovuti arrendere , chiudendo , a questa “cosa” che non so ancora a distanza di tempo se definirla piaga o altro , ho visto amici e colleghi di lavoro essere contagiati o peggio sconfitti dal covid ( perché gli esperti lo chiamano così ) , mi sono visto ridurre gli orari di lavoro nell’azienda in cui lavoro da più di 20 anni , ma io sono tra quei pochi fortunati che si sono visti recapitare uno stipendio puntuale seppur ridotto riuscendo a rispettare le scadenze di vario tipo , ma nel frattempo attraverso i vari notiziari sentito di persone che essendo titolari di partita i.v.a. hanno visto le loro attività commerciali sprofondare nel baratro non riuscendo a garantire alle proprie famiglie e dipendenti lo stretto necessario per poter andare avanti .

La mia domanda è : ma con tutte le restrizioni imposteci sia dal governo precedente che da quello attuale abbiamo risolto la situazione in cui ci siamo trovati un anno fa?

La scorsa Pasqua , Natale e le altre festività le abbiamo trascorse lontane  dai nostri cari senza poterci abbracciare . Per la seconda volta consecutiva il mio compleanno che ricorre in questo periodo non potrò festeggiarlo con le persone a cui tengo di più  , e lo stesso sarà per molti di noi .

Come d.j. amatoriale nell’ultimo anno ho visto molti miei eventi in programma saltare ai quali ahimè ho dovuto dare disdetta per ovvie ragioni che noi tutti conosciamo .

Ma soprattutto , in base alle disposizioni che da parte del governo continuano a cambiare , a livello locale c’è qualcuno che ( perdonate il mio francesismo ) si è preso a cuore lo stato di salute di Chivasso e frazioni ?

In cuor mio mi auguro proprio di si…..

Un abbraccio d.m.f.

Comunicato stampa

“Amo Chivasso e le sue Frazioni” si schiera sul fronte dell’opposizione alla realizzazione del sito di stoccaggio nazionale delle scorie radioattive nel territorio del basso canavese.

Dopo avere ricevuto il nullaosta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, la Sogin ha pubblicato la Cnapi (carta nazionale delle aree potenzialmente idonee), individuando tra le altre aree anche una vasta superficie nei Comuni di Mazzè, Caluso e Rondissone.

Riteniamo che la decisione del Governo nazionale sia altamente inopportuna ed arrogante.

Inopportuna in quanto questo territorio ha già dato, e sta ancora dando, in termini ambientali troppo e da troppo tempo, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini e dell’ecosistema stesso.  

Arrogante in quanto in tempi di piena pandemia, dopo aver tenuto fermo il piano per oltre un anno, ha ritenuto opportuno procedere “improvvisamente” senza confrontarsi con le Regioni, le Aree Metropolitane ed i Comuni interessati.

Il nostro territorio merita bonifiche, non siti di stoccaggio di scorie radioattive!

Per queste ragioni il nostro gruppo sarà in prima linea al fianco delle iniziative istituzionali e non solo volte a far rivedere questa decisione.

 

 Matteo Doria, Federico Savino

Consiglieri Comunali di “Amo Chivasso e le sue Frazioni”

Sprecopoli a Chivasso

Di seguito, il resoconto delle principali azioni consiliari svolte da me ed il mio gruppo (non legate all’emergenza COVID-19)

Da sempre sostengo che sia indispensabile realizzare un impianto di videosorveglianza adeguato per aumentare la sicurezza, ma quello che è emerso a seguito di un mio accesso agli atti su cosa stia accadendo a Chivasso lascia perlomeno perplessi.

Nel 2017 l’allora assessore ai lavori pubblici ora sindaco, poco prima delle elezioni comunali, annunciò che era stato realizzato un nuovo impianto di videosorveglianza con 35 telecamere (costo 143mila euro circa), con tanto di verbale di collaudo e perfetto funzionamento.

Nel 2018 l’amministrazione stanzia circa 9mila euro per effettuare uno studio per capire “come risolvere i problemi legati al sistema di videosorveglianza” A seguito di ciò in data 21/11/2018 ho presentato un’interrogazione per chiedere se l’impianto fosse funzionante. RISPOSTA: l’impianto non è mai entrato in funzione “provvederemo entro fine anno”.
Ad oggi, dicembre 2020, l’impianto non è ancora entrato in funzione, e l’amministrazione sta stanziando altri 270mila euro per cercare di risolvere i vecchi problemi ed aggiungere altre 11 telecamere. In pratica, alla fine avremo speso 432mila euro, ovvero circa 9400 euro per ogni telecamera (si auspica funzionante).

Gli annunci sono una bella cosa, ma se poi alla spesa di denaro pubblico non seguono risultati si creano danni, sprechi e disservizi. Chiederò agli enti competenti di valutare anche questo comportamento, nella tutela della spesa dei soldi di tutti noi.

Sprecopoli a Chivasso

Di seguito, il resoconto delle principali azioni consiliari svolte da me ed il mio gruppo (non legate all’emergenza COVID-19)

Nel 2018 il Bennet ha versato al comune di Chivasso 680mila euro come fondo compensativo (previsto per legge) vincolato alla rivitalizzazione del commercio cittadino per attutire l’inevitabile impatto disastroso sui negozi tradizionali. A distanza di tre anni ho eseguito un acceso agli atti per conoscere come questa amministrazione li ha effettivamente spesi.

La scoperta è stata sconcertante: anziché spenderli per azioni a sostegno del commercio cittadino, oltre metà di questi soldi sono stati spesi per cose che a nostro giudizio (e non solo), NULLA CENTRANO CON IL VINCOLO PREVISTO: stagioni teatrali e manifestazioni varie, panchine e fioriere, sostegni al sociale, teli per il capannone del comune, etc.

Intendiamoci, tutte spese che si può anche considerare giusto sostenere con il bilancio comunale, ma non con questi soldi che erano destinati e vincolati a sostegno del commercio e dei suoi lavoratori, già in forte crisi ed ulteriormente messi in difficoltà dall’apertura di un grosso centro commerciale. A fine novembre risultavano ancora da spendere circa 90mila euro.

Chiederemo conto di come verranno spesi anche questi conti, e faremo valutare agli enti superiori competenti la regolarità dell’utilizzo di questi fondi. Se il commercio cittadino chivassese va peggio di quanto dovrebbe, a nostro avviso la responsabilità è anche di chi ha utilizzato “come un bancomat” questi soldi, come qualcuno ha definito questo comportamento.


Per approfondire:

https://matteodoria.online/index.php/2020/12/07/fondi-bennet/

Ci ricorderemo sempre di questo 2020, l’anno del COVID-19

Ci siamo resi conto che “era arrivato anche da noi sul serio” quel 22 febbraio, una domenica, quando con i carnevali in corso a Chivasso ed in frazione Castelrosso, ed il giorno seguente previsto ai Pogliani, arrivò l’imperativo governativo di sospendere tutti gli eventi di aggregazione.
Ricordo perfettamente quel pomeriggio concitato, fatto di tante telefonate, riunioni, un po’ di incredulità e la consapevolezza che qualcosa di grave ed inimmaginabile stava iniziando ad accadere anche da noi. Da lì in poi un susseguirsi di eventi: scuole sospese, il primo lockdown dell’11 marzo, l’inizio di un dramma economico ancora in essere, la quotidianità delle nostre vite stravolte nel profondo.

Purtroppo nessuno di noi era veramente preparato a tutto ciò, ognuno ha cercato di affrontare la cosa come meglio poteva fare, con responsabilità e buonsenso. Come opposizione, collaborando con il mio gruppo Amo Chivasso e le sue Frazioni abbiamo fin dai primi momenti attivato una comunicazione costante con la popolazione, anche tramite canali social, per diffondere tempestivamente le informazioni e dettagliare i vari decreti, così da rispondere a quell’esigenza di chiarezza, rendendo più facilmente fruibili i contenuti dei testi di legge. Abbiamo cercato di dare risposte ai tanti cittadini che tutt’ora ci contattano per chiedere “si può fare questo, posso andare lì, come posso fare per…”. Abbiamo creato la rubrica “raccontiamoci al tempo del Coronavirus” pubblicata su questo sito matteodoria.online e sui social dove centinaia di persone hanno contribuito con le loro testimonianze per raccontare la loro quotidianità durante il primo lockdown, dimostrandosi una piccola valvola di sfogo. Abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di trovare un modo per continuare a sentirci vicini gli uni agli altri.

Dal punto di vista istituzionale ci siamo resi disponibili per presentare le nostre proposte ed idee all’amministrazione comunale, accantonando le diversità politiche, per cercare di gestire al meglio il difficile momento che si stava, e si sta, vivendo.
Ci siamo concentrati soprattutto sulle proposte di sostengo al lavoro, alle attività economiche commerciali e produttive, alle associazioni (linfa vitale per una comunità viva come la nostra) ed alle problematiche legate alla riapertura della scuola a settembre, come ad esempio i trasporti locali.

Nonostante le iniziali aperture ricevute nelle varie commissioni consiliari, dobbiamo ammettere con rammarico che le nostre istanze hanno ricevuto una considerazione estremamente marginale. Siamo sempre più convinti che le nostre proposte siano basate sul buonsenso e sulle oggettive necessità delle persone e constatiamo altresì che queste mancanze si sono poi tradotte in evidentissime lacune dell’amministrazione, le quali si stanno tutt’ora riflettendo sulla quotidianità di cittadini ed imprese.

Abbiamo comunque rinnovato la disponibilità a collaborare nuovamente data la seconda ondata in corso e la conseguente incertezza sul futuro, con l’auspicio che questa volta la richiesta di collaborazione si trasformi effettivamente in qualcosa di concreto per il bene di tutti.

Questo sarà un Natale diverso da come lo conosciamo, ma siamo gente forte, apprezzeremo ancora di più la condivisione di questo momento con le nostre famiglie, nei modi in cui sarà possibile farlo, e ricorderemo con grande affetto chi ci è stato strappato via da questo virus.

Con l’ingegno e la buona volontà che da sempre ci contraddistinguono supereremo anche questo momento!

Auguro a tutti di cuore buone feste, e che il 2021 possa portarci un po’ di normalità e tranquillità, di cui abbiamo tanto bisogno!

I fondi dovevano essere spesi per rilanciare il commercio cittadino

Nel 2018 il Bennet ha versato al comune di Chivasso 680mila euro come fondo compensativo (previsto per legge) vincolato alla rivitalizzazione del commercio cittadino per attutire l’inevitabile impatto disastroso sui negozi tradizionali. A distanza di tre anni ho eseguito un acceso agli atti per conoscere come questa amministrazione li ha effettivamente spesi.

La scoperta è stata sconcertante: anziché spenderli per azioni a sostegno del commercio cittadino, oltre metà di questi soldi sono stati spesi per cose che a nostro giudizio (e non solo), nulla centrano con il vincolo previsto: stagioni teatrali e manifestazioni varie, panchine e fioriere, sostegni al sociale, teli per il capannone del comune, etc.

Intendiamoci, tutte spese che si può anche considerare giusto sostenere con il bilancio comunale, ma non con questi soldi che erano destinati e vincolati a sostegno del commercio e dei suoi lavoratori, già in forte crisi ed ulteriormente messi in difficoltà dall’apertura di un grosso centro commerciale. A fine novembre risultavano ancora da spendere circa 90mila euro.

Chiederemo conto di come verranno spesi anche questi conti, e faremo valutare agli enti superiori competenti la regolarità dell’utilizzo di questi fondi. Se il commercio cittadino chivassese va peggio di quanto dovrebbe, a nostro avviso la responsabilità è anche di chi ha utilizzato “come un bancomat” questi soldi, come qualcuno ha definito questo comportamento.


Per approfondire, anche i giornali ne parlano:

https://www.giornalelavoce.it/chivasso-i-soldi-del-bennet-spesi-male-doria-va-alla-corte-dei-conti-394898

http://247.libero.it/rfocus/43332574/1/chivasso-i-soldi-del-bennet-spesi-male-doria-va-alla-corte-dei-conti/

https://primachivasso.it/cronaca/la-nuova-periferia-in-edicola-oggi-mercoledi-9-dicembre/ (di seguito la versione cartacea)

La mia esperienza diretta all’interno dell’ospedale di Chivasso

Oggi mi sono dovuto recare al pronto soccorso per una “ bazzecola”, se vogliamo, una microfrattura, ma che ha reso necessario recarsi presso l’ospedale civico.

chivasso

La mia permanenza nella struttura è durata un paio d’ore , anche perché la sala d’attesa fortunatamente era vuota, e anche all’interno la situazione è parsa decisamente non caotica, almeno a vederla da comune paziente così pareva, spero che sia così sempre.

Alcune cose mi hanno lasciato un po’ perplesso però : dopo l’accettazione, un’infermiera mi ha spiegato che avrei dovuto attraversare il corridoio per raggiungere l’ortopedia, aggiungendo “attraversa il corridoio camminando più veloce che puoi che ci sono i casi COVID li“.

L’ho ringraziata per il consiglio, ma dentro di me ho pensato “ma non dovrebbero esserci percorsi separati, puliti e sporchi?!”

Passa una ventina di minuti e nella sala d’attesa dell’ortopedia un addetto avvisa “mettetevi ai lati della stanza che deve transitare una barella con paziente con COVID”.

Il personale si sta adoperando per gestire le situazioni, e devo dire che ho trovato molta “buona volontà“ ma le perplessità sui protocolli adottati sono tante. Chiederò dei chiarimenti in merito a chi ha le responsabilità decisionali.

La mia esperienza diretta all’interno dell’ospedale di Chivasso

Da otto mesi a questa parte, purtroppo, siamo abituati a sentire gli aggiornamenti dei dati del contagio come se fosse un bollettino quotidiano. Divulgare i numeri ufficiali è cosa molto importante, serve a tenere aggiornate le persone sull’andamento della situazione diffondendo notizie ufficiali, limitando così il dilagare di fake news e di tuttologi che molto spesso prendono per buono qualsiasi cosa letta su internet, se poi il
sito che pubblica la presunta notizia anziché essere quello del Governo o della Regione si chiama “amiocugino.it” poco importa…

Una cosa che però a mio avviso sta mancando, a tutti i livelli, è la precisa contestualizzazione dei dati.

Cerco di spiegarmi meglio. Ogni giorno vengono comunicati i numeri dei casi positivi al covid-19 rilevati ma, ad esempio, quasi mai vengono apportati in percentuale alla popolazione totale: dire “3000 nuovi casi” è
sicuramente impattante sulle nostre menti, certo che si si aggiungesse “cioè lo 0,005% della popolazione italiana” forse ci farebbe sì preoccupare, ma senza intendere che “stiamo per morire tutti”, seppure la situazione non sia da sottovalutare.

Se è vero che sono molti i casi positivi rilevati, è altresì vero che oggi si fanno circa 230mila tamponi al giorno, mentre ad aprile erano circa 17mila al giorno (più si cerca, più si trova in questi casi).

Altro dato che non viene praticamente quasi mai divulgato dai media, nazionali e non, è il rapporto tra i casi positivi ed i casi che necessitano cure ospedaliere, ovvero chi sta effettivamente “seriamente male”, così come i ricoveri in terapia intensiva, ovvero i positivi che stanno rischiando grosso, vengono comunicati come numero totale ma quasi mai il rapporto rispetto a chi viene ricoverato in ospedale.

Trasformiamo in numeri quanto sto cercando di spiegare:

  • Al 15 novembre 2020 i casi positivi sono circa 712mila, ovvero l’1,2 % della popolazione italiana, di cui circa il 90% asintomatici o pauci-sintomaci (con sintomi molto lievi)
  • i casi positivi che sono attualmente ricoverati in ospedale sono 35mila, ovvero circa il 5% del totale dei positivi
  • quelli che necessitano di terapia sono circa 3400, ovvero lo 0,48% dei casi positivi

Contestualizzati nella loro interezza, gli stessi dati ufficiali ci permettono di avere un quadro più completo della situazione: è evidente che non sia una situazione da prendere sotto gamba, e che le prescrizioni vanno rispettate scrupolosamente, ma non da vivere con un terrore sproporzionato nella quotidianità della vita.

La domanda che spesso mi pongo è questa: i media non farebbero meglio a comunicare gli aggiornamenti quotidiani in un modo completo come questo, per permettere a tutta la popolazione di essere edotta del quadro generale?

Chivasso