🔵 Il programma di Amo Chivasso e le sue Frazioni a sostegno di Clara Marta Sindaco, in colazione con tutto il centrodestra unito 🔵

Il programma di Amo Chivasso e le sue Frazioni a sostegno di Clara Marta Sindaco, in coalizione con il centro destra unito

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Gli argomenti principali:

POLITICHE SOCIALI

SICUREZZA E LEGALITA’

URBANISTICA E TERRITORIO

LAVORI PUBBLICI, MANUTENZIONI E TRASPORTI

AMBIENTE

QUARTIERI E FRAZIONI

LAVORO, COMMERCIO ED ECONOMIA

CULTURA, SPORT E TEMPO LIBERO

SCUOLA E POLITICHE GIOVANILI

🔵 Amo Chivasso e le sue Frazioni sostiene Clara Marta Sindaco, in colazione con tutto il centrodestra unito 🔵

Sarò candidato alla carica di consigliere , insieme agli altri 15 candidate e candidati di lista: siamo pronti a mettere a disposizione tutto la nostra esperienza maturata tra la gente, sul territorio ed in Consiglio Comunale, con il territorio nel cuore!

“ Si sapeva benissimo che la scuola anche quest’anno sarebbe iniziata, e che il progetto regionale che forniva il servizio dei nonni vigile quest’anno non ci sarebbe stato” inizia Matteo Doria, consigliere comunale capogruppo di Amo Chivasso e le sue Frazioni” eppure anche in questo caso a Chivasso  l’amministrazione “dormiente” targata Castello non si è smentita, ed ha lasciato che le scuole iniziassero senza questo importante servizio.

Hanno poi cercato di metterci una pezza, chiedendo se qualcuno avesse voglia di andare a farlo a gratis, ma come si può pretendere che il servizio venga coperto su tutte le scuole per tutto l’anno basandosi sul volontariato? Eppure i soldi non mancano, avendo avanzato 3,8 milioni di euro raccolti con tasse e multe nel 2020 e poi non spesi. O forse questi soldi servono per fare la loro campagna elettorale in vista delle prossime elezioni a colpi di asfaltatrici e progetti last-minute?

Con la riforma del terzo settore bisogna studiare formule diverse, come hanno già fatto altri comuni guidati da amministrazioni più solerti: a mio avviso si potrebbe anche pensare di utilizzare i percettori di reddito di cittadinanza, che ricevono un sussidio dalla comunità trovandosi in difficoltà economiche, e che in questo modo renderebbero alla cittadinanza un servizio; una collaborazione che smorzerebbe anche le polemiche.

Oppure utilizzare gli ospiti dei centri per rifugiati, mantenuti con i soldi dei contribuenti: aiuterebbe l’integrazione, in quanto aiutando la comunità nella vita quotidiana verrebbero “accettati” meglio. 

Al momento sono 4 in tutta Chivasso i volontari, e magari nelle prossime settimane se ne aggiungerà qualcun altro, ma questa non può essere la soluzione, in ogni caso tardiva.

Sono stati tanti i cittadini che ci hanno contattato in questi giorni per segnalare il disagio: mi sono recato personalmente a verificare la situazione all’ingresso di alcuni istituti, ed ovviamente le lamentele dei genitori sono giustificate.

A seguito delle nostre segnalazioni nella mattinata di lunedì i vigili urbani hanno presidiato l’ingresso del mattino alla scuola di Castelrosso, ma giustamente non si può pensare di impegnare la polizia municipale in tutti gli orari di ingresso ed uscita dalle scuole tutto l’anno presso tutti gli istituti: non ci sarebbero nemmeno gli agenti sufficienti, che comunque verrebbero sottratti alle altre funzioni” conclude Doria” Speriamo che dopo queste sollecitazioni l’amministrazione comunale, con puntuale ritardo, si attivi e che nelle prossime settimane si garantisca l’accesso in sicurezza dei bambini in tutte le scuole”

Corsi e ricorsi della storia, cose viste e che purtroppo si continuano a rivedere.

Le guerre e le espansioni colonialistiche delle super-potenze mondiali con l’avvento dei civili “tempi moderni” non sono cessate, come ben sappiamo, ma semplicemente vengono combattute a distanza per “interposte fazioni”, e giustificate con la necessità di dover esportare la democrazia, solitamente in aree ricche di materie prime o geograficamente strategiche. Sia chiaro, condanno fortemente tutte le dittature, tutte le privazioni dei diritti umani, tutte le atrocità ed i soprusi commessi da ideologie barbare e troglodite, ed ovviamente non condivido per nulla l’idea di società (se così si può definire) che intendono i Taleban, così come quelle di tutte le realtà integraliste ed estremiste.

Sono altrettanto consapevole però che l’esportazione della democrazia non sia mai l’unica motivazione che determinano gli interventi militari delle potenze mondiali, Stati Uniti e Russia in testa, ma comunque se ciò serve per aiutare queste aree del mondo a progredire ed a raggiungere stantard di vita più equi per tutta la popolazione ben venga.

Bisogna tenere ben presente una cosa: quando si interviene in una nazione soggiogata da regimi o dittature per imporre con la forza il sistema democratico, ci si deve assumere la responsabilità di tutelare la popolazione “liberata” fino a quando le condizioni non garantiscano la stabilità del nuovo sistema democratico che si genera, in modo che lo stesso sia in grado di garantire il non ritorno del regime precedentemente esistente, cosa che inevitabilmente generebbe un tuffo nel passato per questi paesi, e pesanti repressioni sulla parte di popolazione che ha sostenuto l’operazione militare perpetrata dagli “ esportatori di democrazia”.

Quanto sta avvenendo in Afghanistan in questi giorni è aberrante: da quasi venti anni questo Paese è stato oggetto di invasione e poi di controllo da parte di truppe straniere, in larga parte Statunitensi, oltre che delle forza Nato, che dopo l’attentato alle Torri Gemelle avvenuto l’11 settembre 2001 avevano deciso di intervenire militarmente in questo paese governato dai Talebani: l’Afghanistan era ritenuto infatti il covo dei terroristi islamici, e si è ritenuto di smantellare queste organizzazioni per garantire la sicurezza del Mondo occidentale, e di liberare la popolazione dall’oppressione integralista perpetrata con violenza da questo regime ( sulle ulteriori motivazioni ci sarebbe da parlare a lungo, ma non è questo il contesto).

Dopo due decenni di collaborazione con buona parte della popolazione, il regime talebano era stato relegato ai margini. A fine mandato il presidente USA Donald Trump aveva palesato l’intenzione di una progressiva ritirata delle truppe americane dalla missione (che componevano la stragrande maggioranza delle forze presenti).

Quanto fatto però dall’attuale presidente statunitense, il democratico Joe Biden, ha però dell’incredibile: una ritirata pressochè immediata delle truppe da questa missione, cosa che ha causato il collasso dell’esercito nazionale afghano (che di fatto era un supporto alle truppe straniere) e la repentina avanzata dei Talebani, che hanno ripreso il totale controllo del Paese nell’arco di poche settimane.

Più che comprensibile lo scoppio del panico nella popolazione, che non solo ha visto spazzare via venti anni di progressi in termini di civiltà, ma che ora teme ripercussioni da parte dei Taleban verso chi ha sostenuto l’insediamento delle truppe occidentali a discapito del regime.

Il democratico Biden ha quindi abbandonato di colpo i bisognosi di democrazia, lasciando inermi a loro stessi migliaia di persone, e sollevando le critiche di buona parte del Mondo occidentale, anche di parte del suo stesso partito. Perché? Con quale coraggio e con quale indifferenza?

Come prevedibile, centinaia di migliaia di persone stanno cercando di fuggire dall’Afghanistan, dal ritorno al barbaro regime Talebano, dalle vendette. Chi si occuperà di loro?  Certamente non si può pensare che l’Italia rimanga indifferente a ciò, ma neanche che apra le porte indistintamente a tutti, terroristi infiltrati compresi, come il segretario del partito democratico italiano Enrico Letta si è già prodigato a proporre (i democratici, sempre loro… quelli in cerca di nuovi voti attraverso lo ius soli dato che votare il Pd è uno di quei lavori che gli italiani non vogliono più fare… mitici…).

Chi si assume la responsabilità di occupare militarmente un paese per esportare il proprio modello di democrazia dovrebbe avere l’onere di tutelare la popolazione autoctona fino al momento in cui la stessa non corra più rischi: gli USA di Biden si occuperanno dei profughi afghani? O assisteremo all’ennesimo menefreghismo una volta cessati i veri interessi della missione?

Corsi e ricorsi della storia a cui non vorremmo più assistere, ma cui probabilmente assisteremo di nuovo.

La pandemia che ha contraddistinto la vita di tutti noi nell’ultimo anno ha permesso di vedere le più ampie rappresentazioni del genere umano. La popolazione globale (e quella italiana non fa eccezione) si è suddivisa nei più svariati “partiti” a seconda di come si volesse interpretare la situazione. Al buon senso e all’equilibrio di molti hanno fatto da contraltare varie correnti che vanno dagli “eremiti” che si sono barricati in casa auto isolandosi, ai “complottisti” per finire ai “negazionisti”.  Ognuno alla loro maniera ha rappresentato una frangia pericolosa che altro non ha fatto altro che alimentare un senso di irrazionale inquietudine e scarsa lucidità nella gestione del problema. La governance da questo punto di vista non ha saputo dare quell’ordine e quel rigore che la sua funzione avrebbe dovuto dare in un momento in cui la problematica umana e sociale superava il mero profitto di una lobby piuttosto che un’altra. Laddove questo ordine è stato impartito e rispettato adesso vede i propri cittadini uscire liberi da vincoli di mascherina: per informazioni chiedere a Cina ed Israele, due stati con una forte connotazione militare. Nel primo caso si è addirittura esasperata questa connotazione. I militari che andavano a trascinare fuori dalle abitazioni le persone per obbligare alla vaccinazione denotano ancora una volta che il governo cinese pesi la vita umana in egual misura al costo del lavoro.

Nel caso israeliano, però, si è potuto riscontrare altrettanta efficienza evitando effetti collaterali di cui sopra. E’ stato dichiarato “uno stato di guerra” e pertanto è stata coinvolta un’azione militare di controllo sia da un punto di vista di sicurezza delle strade, sia da un punto di vista logistico nelle gestione degli accessi ai vari vax point e nella distribuzione dei vaccini. A ciò ha dato contributo la forte cultura militare legata alla disciplina e rispetto delle istituzioni insita negli israeliani il cui servizio militare dura 3 anni per gli uomini e 1 per le donne.

Questo fenomeno dovrebbe portare a riflettere su quella che dovrebbe essere la funzione dei corpi militari anche negli altri paesi, in primis l’Italia, dove ancora a distanza di oltre 12 mesi si da prova di mancanza di un protocollo chiaro da osservare. Tralasciando la guerra al ribasso sui prezzi perpetrata dall’Europa, si è potuto riscontrare un’avvicendarsi di servizi scadenti legati principalmente all’arretratezza di molte strutture sanitarie pubbliche, falcidiate anche nelle risorse professionali dalle politiche degli anni passati e con una difficoltà nel fornire anche solo un servizio di contatto e distribuzione dei vaccini.

L’Esercito Italiano è una delle organizzazioni statali più numerose in termini di personale. In aree a scarsa diffusione occupazionale come il Mezzogiorno ha rappresentato un ‘opportunità di lavoro per molti. Ma si tende a concepire il militare come un’entità deputata alla guerra e all’uso delle armi, se in missione, o a scaldare la scrivania di un gabbiotto di qualsivoglia caserma in tempo di pace.  In una guerra subdola contro un nemico invisibile che continua a mietere vittime, l’esercito può avere una funzione molto utile soprattutto a livello sociale ed umanitario. Come?

Mantenendo ordine nelle strade ed evitando situazioni deplorevoli come quelle capitate nella Torteria di Chivasso, dove oltre al rischio epidemico, si conterrebbe un rischio di ispirazione della disobbedienza, alla diseducazione, al danneggiare inevitabilmente anche i ristoratori più rigorosi che rischiano una chiusura a causa dell’impertinenza di alcuni colleghi.

Fornendo assistenza alle categorie più fragili e limitate agli spostamenti con l’espletamento di funzioni come la consegna di spesa e farmaci.

Fornendo, altresì, un servizio logistico nella gestione della convocazione dei destinatari dei vaccini, nella consegna e distribuzione di quest’ultimi.

E’ una proposta fuori dal mondo insegnare a dei ragazzi in ferma breve a fare una puntura e un bendaggio? Serve necessariamente una laurea in materie mediche e affini? Eppure a molte generazioni sono state fatte iniezioni da parte di genitori che non avevano certo fatto dei corsi di formazione.

La pandemia, nella sua tragicità, ci offre l’opportunità di riconsiderarci all’interno di una società per evitare o almeno limitare tanti errori occorsi con il Covid-19, il cui prezzo da pagare è stato e sarà altissimo.

Potrebbe essere un’occasione per rivisitare in una chiave più utile da un punto di vista sociale il ruolo di certi corpi le cui funzioni vengono spesso e volentieri messe in discussione. Probabilmente il servizio di leva, non più obbligatorio, potrebbe avere una sua connotazione precisa nel processo educativo e di alfabetizzazione sociale delle fasce più giovani, dove il senso civico e il rispetto delle istituzioni sono sempre più latenti.

Il DAE da solo non basta!
Bisogna abilitare operatori BLSD in grado di saperlo utilizzare

 

Chi sono: Manuela, mamma, moglie, amica, sorella, figlia.

Cosa faccio: Mi occupo di Marketing al Giornale La Voce (da sempre il mio preferito!).

Le mie passioni: sono Istruttore di Primo Soccorso BLSD e Volontaria di 2 Associazioni che trattano l’Inclusione (La Onlus Hope Running ASD e Il Cielo di Matteo)

 

Mi chiamo Manuela, sono un Istruttore di Primo Soccorso Laico BLSD e sogno di Cardioproteggere Chivasso, le sue Frazioni e tutti i Paesi a noi vicino. Non lo sogno soltanto… ci sto lavorando!

Ho iniziato il mio percorso di consapevolezza nel 2014 quando RE-HEART, l’Ente Formativo Nazionale che rilascia Brevetti Certificati Regionali di cui faccio parte e che ha sede a Lusigliè (TO), ha promosso molti corsi di Formazione qui a Chivasso, entrando nelle scuole e formando i genitori sulla tematica della prevenzione e formando diversi docenti al BLSD Basic Life Support and Defibrillation. Facevo parte della platea dei genitori e dal primo corso che mi fecero mi innamorai subito di questa formazione davvero importante ed iniziai a chiamare Marcello Cagnazzo, il Presidente della RE-HEART per organizzare corsi qua e là. Cercavo 20 persone interessate e chiedevo di fare loro il corso.

Iniziai a pensare che la loro strada e la mia potessero incontrarsi in maniera più importante e a sognare di entrare nel loro Team diventando Istruttore. A novembre del 2018 quando gli impegni famigliari potevano concedermi di dedicarmici, diventai Istruttore e in soli 3 mesi riuscii a realizzare un grande Sogno:

Cardioproteggere Mandria di Chivasso. Insieme agli amici dell’Associazione Pro Mandria con una pazza idea condivisa ma fantasticamente riuscita! Nel Gennaio 2019, con orgoglio veniva installato il Defibrillatore fuori dal Bar Trattoria di Cesira e Beppe che avevamo acquistato con una calorosa raccolta fondi tra amici (i miei invitati al compleanno 40+1 e gli amici di Mandria e clienti del bar) ma ancor prima noi di RE-HEART avevamo formato 47 operatori abilitati al Primo Soccorso BLSD e all’utilizzo del defibrillatore.

Solo così un luogo è realmente Cardioprotetto! Non basta installare Defibrillatori (DAE) nelle piazze, è necessario formare le persone e abilitarle al DAE.

Ecco quali sono i passaggi da fare per Cardioproteggere un luogo:

  1. Formazione al BLSD di molti cittadini, negozianti vicini ai DAE (Insegnare ad utilizzare il DAE è troppo importante! Non è un giocattolo ed eroga scariche elettriche!).
  2. Acquisto ed installazione dei DAE
  3. Installazione della Cartellonistica e Segnaletica che indichino la presenza del DAE (una bella bandiera svolazzante ad esempio!)
  4. Adottare la Manutenzione Necessaria dei DAE senza dimenticarli e abbandonarli a loro stessi
  5. Non mancare i rinnovi dei brevetti ogni 24 mesi.

 

Mandria di Chivasso: formati 47 operatori BLSD residenti in Mandria e frazioni vicine, acquistato e installato il defribrillatore grazie alla raccolta fondi tra cittadini e amici

 

Cosa sto facendo io:

  • Sto formando quante più persone possibili.
  • Prima del Covid facevo molti eventi semplici, come le dimostrazioni al parco giochi delle manovre di disostruzione delle vie aeree, la prevenzione insegnata ai più piccoli e ai più grandi.
  • Promuovo Campagne di informazione
  • Ho attivato diverse iniziative per famiglie, per negozianti, per ristoratori.
  • Ho iniziato a Cardioproteggere la piazza del Duomo offrendo in dono al nostro Don la Formazione, e ringrazio alcuni negozianti che hanno deciso di formarsi e abilitarsi.
  • Inviato ad alcune Scuole un programma formativo per alunni di ogni ordine e grado e per la formazione certificata BLSD ai docenti, sperando in una sensibilizzazione alla tematica.
  • Insieme all’Associazione Il Cielo di Matteo mi impegno con delle video connessioni con tematica della Prevenzione ai Bimbi di Casa UGI del Regina Margherita, portando loro informazioni importanti sulla sicurezza e sulla prevenzione in modo simpatico e avvincente, con la collaborazione di Super Eroi della fantascienza e della Terra.

 

Progetti e Mission:

Grandi Progetti e Grandi Mission!!!! Voglio Cardioproteggere più luoghi possibili!!

https://www.facebook.com/istruttorereheartchivasso

L’estate 2021 è ai blocchi di partenza: tutta Italia è in zona bianca, le attività sono state riaperte ed è stato chiarito che le mascherine non sono obbligatorie all’aperto se non quando non è possibile mantenere in modo continuativo il distanziamento tra le persone previsto (minimo un metro), mentre permane l’obbligo di indossarle nei luoghi chiusi aperti al pubblico (uffici, negozi etc ). La campagna vaccinale procede a ritmi serrati, il coprifuoco è stato finalmente abolito e si attende in luglio anche la possibilità di tornare a ballare nei locali, elemento che completa il ritorno ad una normalità tanto attesa, seppur con alcuni accorgimenti molto importanti.

L’estate è il momento in cui regna la voglia di spensieratezza e di divertimento, di cui tanto abbiamo bisogno dopo il periodo cupo che stiamo attraversando da febbraio 2020 in poi. Certo le notizie di varianti che stanno arrivando da alcuni Stati ci devono far riflettere: non dobbiamo mai dimenticarci che quelle poche regole che permangono devono essere prese nella giusta considerazione, se si vuole evitare un ritorno di restrizioni ben più pesanti, ai problemi sanitari ed al disastro economico che tutto ciò genera. L’auspicio è che gli enti preposti, dopo il grave errore di sottovalutazione dello scorso anno, utilizzino questi mesi per organizzare in modo efficace i servizi di trasporto pubblico in vista della ripresa scolastico e del lavoro in autunno, momento in cui i virus riacquistano maggiore forza: le esperienze, anche quelle negative, devono servire come monito per migliorarsi.

 

Auguro una buona estate a tutti, che ognuno di noi possa ritrovare la spensieratezza e le energie necessarie per riprendere in mano la nostra vita quotidiana nel migliore dei modi!

CASTELROSSO – MIA PROPOSTA per la REALIZZAZIONE di PARCHEGGI e di un PARCO GIOCHI nelle vicinanze del SOTTOPASSO FERROVIARIO in fase di realizzazione in via Cottolengo (zona scuole).
 

Nella Commissione Assetto ed Uso del Territorio svoltasi questa mattina la mia proposta è stata valutata positivamente, unitamente alla richiesta di successiva istituzione di una ZTL negli orari di entrata/uscita dalle scuole (con transito consentito ai residenti) in tutta via Sant’Antonio e vicoli limitrofi al fine di non intasare la viabilità di queste strade molto strette. Verrà chiesto a RFI di realizzare i posti auto.

Un primo importante passo per realizzare infrastrutture che ritengo strategiche in concomitanza con la costruzione del sottopasso ferroviario che RFI sta eseguendo dopo oltre 20 anni di iter.

Seguirò con attenzione lo sviluppo di questa proposta nei successivi passaggi
CHIVASSO: dopo un iter durato oltre 20 anni, sono iniziate le SOPPRESSIONI DEI PASSAGGI A LIVELLO e la REALIZZAZIONE di OPERE viarie sostitutive da parte di RFI.
È stata annunciata anche la chiusura dei passaggi a livello sulla TORINO-AOSTA, tra cui via BLATTA
 


ATTUALMENTE SONO PREVISTI IN SOSTITUZIONE :
📌un cavalcavia posto più a nord (a ridosso dell’alta velocità, che obbliga a percorrere in macchina molti più chilometri)
📌un sottopasso pedonale ai piedi del cavalcavia del parco del Mauriziano (di cui però non c’è ancora il progetto)

NOI CHIEDIAMO:
📍la realizzazione di un SOTTOPASSO VEICOLARE, PEDONALE E CICLABILE nei terreni liberi da costruzioni come indicato qui sotto 🚘🚲🚶🏻‍♀️
📍la realizzazione da parte del COMUNE di un MARCIAPIEDE PRIVO DI BARRIERE ARCHITETTONICHE dall’incrocio tra via Montegrappa con via Foglizzo🧑🏻‍🦽
📍in ogni caso, LA GARANZIA che vengano REALIZZATE TUTTE LE OPERE PRIMA DELLA CHIUSURA DEI PASSAGGI A LIVELLO.

Per garantire una qualità della vita accettabile si tanti residenti della zona.