Virus e Poesia

Son io la pandemia e mi chiamerete "Virus Corona" 
E sarò, di tutti voi, l'intrascendibile e truce padrona. 

Son letale ed invasiva praticamente son quasi senza cura. 
E non mi fermeran di certo le vostre 4 misere mura. 

Son io il contenuto del mitologico, ma nefasto, vaso di Pandora. 
Invaderò l'universo intero ed, in voi tutti, farò la mia dimora.  

Ed innanzi alla mia crudele forza vi dovrete orsù chinare...  
E, verso una morte "quasi" certa, vi dovrete poi incamminare 

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Sei però, anche, l'ospite d'onore tra le righe di questa mia poesia. 
Che contrappone alla tua virulenza tutta la mia vivace allegoria.  

Deponi quindi la tua falce ed unisciti a questa mia folle danza.  
Tu che non riuscirai a chiudermi, passivamente,  dentro ad una stanza.

Sei tu la pandemia che ha invaso tutti i continenti. 
Hai seminato morte e disperazione sia tra i più che tra i meno abbienti. 

Ma trovasti pan per i tuoi denti... devoti martiri e guerrieri. 
Gli indomiti, irriducibili e sempre fieri.. medici ed infermieri. 

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Son io la piaga che ha messo a dura prova la vostra civiltà. 
Ho fatto strage di innocenti e vi ho anche privati della "Libertà". 

Non ho fatto alcuna distinzione ed ho messo a nudo ogni vostra fragilità. 

Vi credevate onnipotenti ed, invece, vi ho costretti a riscoprir che cos'è l'umanita.

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Io, invece, ti ho affrontata semplicemente con la mia anarchica indifferenza. 
Contrapponendo al tuo fervore la mia più arcigna resilienza.  

Ti ho sfidata ogni mattina aspettando, attivamente, una nuova aurora.  
Ed ho impedito che, della mia vita, diventasti tu...Padrona e Signora.
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