di Matteo Doria
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Il mercanteggio di esseri umani è uno dei crimini più abbietti, che sfrutta la disperazione di persone che vengono illuse di poter trovare “la Mecca” in stati nei quali in realtà la popolazione locale stessa sta faticando a mantenere una stabilità economica accettabile.
Ma è anche un business molto redditizio , con una filiera di sfruttatori che traggono benefici economici in tutte le fasi di questo becero mercanteggio. Dalla “raccolta” di persone nei villaggi, al viaggio fino alle coste meditarrenee, dalla traversata in mare a tutto ciò che riguarda la cosiddetta “macchina dell’accoglienza “, un business che solo in Italia è stimato in 4 miliardi di euro all’anno, finanziati ovviamente con soldi pubblici.
Uno Stato civile dovrebbe ostacolare con ogni mezzo questo iter, ed evitare con ogni mezzo che i soldi dei cittadini vengano spesi per finanziare chi si arricchisce con i costi della cosiddetta “accoglienza” di perlopiu’ clandestini, il cui arrivo stessi in Italia avalla il “lavoro” dei mercanti di uomini oltremare.
Come? Innanzitutto bloccando gli sbarchi: se è più difficile entrare clandestinamente in un Paese, evidente saranno meno incentivate le partenze.
Sembrava che finalmente questo fenomeno avesse subito una decisiva battuta d’arresto , con buona pace delle cooperative amiche di una certa politica che “campavano “ di business dell’accoglienza pagato con i soldi nostri.
Con il recente insediamento del nuovo governo pare, però, che questa tendenza si sia già stoppata, e che al grido buonista dell’“ avanti tutti” si stia di nuovo pensando di fornire nuovamente migranti a questo business. Che poi, analizzando la situazione, di “buono” in questo tipo di azioni cosa c’è…?
Matteo Doria
vicepresidente del Consiglio Comunale di Chivasso, imprenditore