di Matteo Doria

Nelle prossime settimane sarà varata la legge di bilancio dello Stato, la cosiddetta “manovra finanziaria”, ovvero come verranno spesi i soldi pubblici nel 2020 e soprattutto da dove entreranno.

In tempi così difficili, con la crisi che ancora morde e mette in ginocchio aziende e famiglie, ci si aspetterebbero azioni volte a ridurre tasse e balzelli, snellendo il peso dello Stato che grava sulle tasche dei cittadini, in modo da lasciare più capacità di acquisto alle persone ed agevolando la ripresa dell’economia reale.

Ed invece no , a quando pare siamo alle soglie di una stangata senza precedenti, che prevederà nel suo complesso un ulteriore aumento della pressione fiscale anziché una riduzione, pur di sostenere una politica che ammicca a sussidi e “mance”, buone per il consenso spicciolo a breve termine, ma di sicuro non per rilanciare l’economia di un Paese martoriato come il nostro. “Una nazione che pensa di uscire da una crisi aumentando le tasse è come un uomo in piedi dentro ad un secchio che pensa di sollevarsi tirando il manico”, diceva Winston Churchill.

Chissà cosa avrebbe pensato questo celebre statista di reddito di cittadinanza e tasse sulle merendine …


Matteo Doria

vicepresidente del Consiglio Comunale di Chivasso, imprenditore